mercoledì 16 settembre 2015

La gola aperta -


La sensazione di gola aperta… non è solo una sensazione!

Ecco una gola aperta



Quello che si vede in figura è il mio palato molle, al centro del palato molle si vede l’ugola che pende.
Ai lati dell’ugola si vede il muscolo palato-faringeo che si allarga a creare una sorta di “C” a sinistra (vista frontale) e di “C rovesciata” a destra.
Questa posizione  all’interno della bocca si assume quando si “fa spazio in gola”, “quando si apre la gola”.
Come si ottiene questa posizione?
Per esempio, pensando alla deglutizione. Nel momento in cui la lingua si solleva  per spingere indietro il bolo alimentare e va a premere contro il palato , la “gola” si apre. E per gola intendo proprio  il muscolo faringeo,  la zona circostante all’ugola.
Per esempio pensando alla sensazione di forte stupore o spavento….
Per esempio pensando di imitare il verso di un gabbiano.
A cosa serve ottenere questa posizione?
Serve per posizionare correttamente le note medio-alte del tuo registro vocale.
Serve per ottenere le note medio-alte del tuo registro e cantarle in modalità leggera/moderna.
La verticalizzazione  conferisce alla voce un suono più “classico”, di impostazione più simile alla impostazione lirica. 

L’apertura della gola in modalità orizzontale, come se il muscolo palato- faringeo fosse pizzicato e tirato lateralmente da due pinze ;-)


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Ecco una gola in posizione neutra





Quella che vedete sopra è la mia bocca con il palato molle  in situazione rilassata e morbida.
L’ugola è bassa, il palato molle anche, la lingua  è nel suo pavimento.  La chiamerei  posizione neutra.
Notate che la posizione del muscolo faringeo è pur comunque rilassata e aperta, come nell’”apertura della gola” durante il canto. …dunque naturalmente quella zona deve  rimanere rilassata e aperta!!!!




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                              Ecco una gola verticalizzata





Sopra trovate la foto dell’interno della mia bocca in posizione che definirei “verticalizzata”.
E’ la posizione  utile per affrontare le note più acute in modalità lirica, creando spazio in fondo alla bocca per consentire alle note acute di risuonare in posizione arretrata rispetto alle note di petto….
Come se le note stesse uscissero dal lato opposto rispetto alla bocca.
Tale posizione che io definisco “verticalizzata” si ottiene assumento la posizione “a  sbadiglio”, a patata in bocca”, con la mandibola abbassata verticalmente e lasciata libera e rilassata.
La voce  conquista le note più acute del tuo registro ma… si scurisce, diventa profonda, sembra che “arrivi da lontano” e assume una sonorità “classicheggiante”, “liricheggiante”.  E’ la modalità del canto lirico.
Non è la modalità del canto leggero, pop, moderno! 

Alessandra

lunedì 9 marzo 2015

I registri e le risonanze -


Ecco una splendida immagine presa dal trattato sul canto "How to sing" (1906) di Lilli Lehmann, che chiarisce perfettamente quali sono le cavità di risonanza prese in causa per ciascun tipo di registro..... date un po' un'occhiata!!!
Voce di petto: risonanza di bocca, palato molle alto, verticalizzazione del suono.
Voce mista: risonanza sul palato molle, palato molle  alto e velo pendulo sollevato, verticalizzazione del suono, sostegno del fiato.
Voce di testa: risonanza in faringe e nel naso, consonanza dei seni paranasali, palato molle abbassato, maschera del suono (per rendere sonorità simili alla voce di petto), lingua sollevata e non arretrata.












martedì 24 febbraio 2015

Pressione del fiato sul petto -

Cosa significa tenere la pressione del fiato sul petto e a cosa serve?
Nel momento dell'inspirazione il tuo respiro riempie i polmoni mentre le costole lateralmente e posteriormente si stanno espandendo.
Senza alzare il petto, prova a forzare il respiro lateralmente contro di esso e tenerlo lì, in apnea, senza serrare la gola e senza mai chiudere le corde vocali al fine di trattenerlo nei polmoni (come nell'atto di chi compie uno sforzo). 
Il diaframma reagirà, fisiologicamente, a questa pressione e fornirà, a sua volta, pressione sull'addome, rimanendo in posizione abbassata più a lungo (appoggio diaframmatico).
In questo modo il respiro è completamente sotto il tuo controllo, proprio attraverso la pressione che eserciti, o ancor meglio che l'aria esercita, contro i muscoli del petto e contro le costole.
Ora puoi iniziare ad emettere la tua espirazione, in maniera costante, uniforme e molto lenta. 
La pressione esercitata contro il petto dà la sensazione di cantare le note "contro il petto", che deve essere "tenuto premuto lateralmente verso l'esterno"....
A cosa serve?
In questo modo fluisce meno fiato attraverso le corde vocali, che non vengono percosse e fustigate dalle correnti d'aria, il respiro durerà molto più a lungo e non ci sarà bisogno di un sovraccarico di aria nelle inspirazioni....
L'apparato di controllo della tensione petto-muscolare allevierà dal superlavoro le vostre corde vocali!

Fonti:
How to sing - Lilli Lehmann - 1902
Sing - Elizabeth Howard - 




domenica 25 gennaio 2015

I colori della voce di petto -




La voce di petto equivale a quella emissione vocale emessa  in voce “parlata” impostata,  nelle note gravi del registro vocale fino a prima del passaggio che porta alla voce mista.

Chiamata così perché le vibrazioni sembrano arrivare dal petto.

In realtà il petto consuona o meglio vibra (così come la testa nella voce di testa, vibra ma non risuona poiché non è un tubo aperto/chiuso).

La voce di petto è utilizzata per le note più gravi  del registro e si estende fino al punto di passaggio (per es. indicativamente tra il re3 e il mi3 per un tenore, e tra il la3 e il si3 per un soprano).  Da lì si passa in voce mista, alleggerita, che risuona sul palato molle arcuato.

La voce di petto può assumere colori diversi a seconda del punto in cui risuona/consuona:

Questi colori potrai sceglierli per produrre efetti emotivi, per produrre emozioni durante l’esecuzione di una canzone.

  • -        VOCE DI PETTO CON COLORE DI PETTO
  • -          VOCE DI PETTO CON COLORE DI BOCCA
  • -          VOCE DI PETTO   IN MASCHERA
  • -          VOCE DI PETTO CON FRY
  • -          VOCE DI PETTO CON COLORE DI TESTA

VOCE DI PETTO CON COLORE DI PETTO:
vibra nel petto e risuona in faringe. Permette di ottenere il massimo volume.
Le vibrazioni nel petto producono un colore della voce più scuro, più drammatico e profondo, quasi cavernoso.
Si ottiene attuando un forte appoggio del suono sulla cassa toracica, è necessario un ancoraggio testa/collo/spalle, le labbra si protendono in avanti per ottenere un allungamento del tubo vocale.

VOCE DI PETTO CON COLORE DI BOCCA:
le vibrazioni di bocca producono un colore simile al parlato. La cassa di risonanza va tenuta ampia, con mandibola rilassata e cassa di risonanza ampia. E’ la voce parlata impostata dei rapper, per esempio.

VOCE DI PETTO IN MASCHERA: 
le vibrazioni nella zona nasale e paranasale produce un suono più chiaro e brillante, leggero, con mordente. 
Produce un suono nitido, la posizione favorisce una buona adduzione delle corde vocali. La posizione favorisce l’emissione dei suoni più gravi del proprio range vocale. 
Trucchetto: per cantare canzoni che toccano note molto basse, applicare una voce di petto in maschera. Alle note gravi , che altrimenti quasi sparirebbero, viene dato un colore brillante che le rende udibili.

VOCE DI PETTO CON COLORE DI TESTA:  
le vibrazioni sembrano arrivare dalla testa, serve per cantare morbidamente, anche in modo sospirato (se si vuole dare questo effetto stilistico). 
Per ottenerlo è necessario sbadigliare e avvertire il sollevamento del palato molle. Non arretrare la lingua e mantenere la punta della  lingua bassa dietro gli incisivi inferiori.
Dirigere il suono verso l’alto, contro il palato molle arcuato. Produrre un suono leggero. Utilizzare  buon sostegno del fiato.  Cantare con voce leggera. 
Questa modalità predispone al passaggio in voce mista/di testa, poiché il palato molle è già sollevato e la voce è già in modalità “leggera”.

VOCE DI PETTO CON FRY:
Il fry è quella ”frittura vocale”che emettiamo quando al mattino ci “sgranchiamo” le ossa dopo ore di immobilità. 
E’ un effetto particolare delle corde vocali che si adducono  in maniera irregolare, la cui risonanza/vibrazione  si ha sul palato molle e sul velo pendulo.
E’ l’effetto che possiamo usare per mettere “pathos”, sofferenza ad una frase. E’ la modalità corretta per emettere quel suono rauco e ruggente tipico di alcuni cantanti.