La corretta emissione della voce cantata prevede il corretto e bilanciato utilizzo della nostra cassa di risonanza naturale, solo in questo modo la voce si arricchisce di armoniche, si amplifica.
La nostra cassa armonica è costituita dalle cavità di risonanza che fungono da megafono per la nostra voce cantata.
Le cavità sono: la cavità nasale, orale e faringea.
La faringe si trova dietro la bocca, situata posteriormente alla lingua. E’ una cavità mobile e di dimensioni variabili. Ovviamente nel cantare la zona deve rimanere ampia e maggiore sarà la sua ampiezza, più il nostro suono sarà libero, naturale. Per far ciò la muscolatura del collo, della lingua deve rimanere rilassata.
La bocca è una cavità di risonanza. Nel canto lo spazio buccale deve rimanere ampio.
Il velo palatino è il soffitto posteriore della bocca, è un organo mobile che si può alzare e abbassare e mette in comunicazione (se abbassato ) o separa (se alzato) la bocca con il naso.
Al fondo della bocca si vede l’ugola, un piccolo muscolo che pende dal centro del velo palatino.
Le fosse nasali per mezzo di piccoli orifizi comunicano con seni paranasali. Insieme costituiscono la “maschera” della voce. Infatti un suono quando è in maschera risuona proprio in questa zona (proprio nella zona in cui si pongono le mascherine di carnevale).
I seni sono quattro: frontale, mascellare, etmoidale (tra occhio e lato del naso) e sfenoidale (soffitto del rinofaringe).
Un bel dibattito avvolge il discorso dei seni paranasali. Alcuni li considerano semplici consuonatori altri li considerano dei risuonatori veri e propri. Alcuni considerano gli spazi paranasali degli spazi collassati che al massimo vibrano al passaggio dell’aria e nulla di più.
LE DIVERSE SCUOLE DI PENSIERO:
Secondo alcuni studiosi della voce, il suono è capace di propagarsi attraverso le ossa del corpo umano. Ecco perché testa e petto sono zone di risonanza importantissime. Le espressioni voce di testa e voce di petto indicano appunto le zone di risonanza della voce. Sono zone di risonanza ma non zone di produzione della voce. La voce si produce sempre a livello laringeo, attraverso l’accollamento delle corde vocali al passaggio dell’aria.
La voce emessa si propaga per tutto il corpo utilizzando le ossa come veicolo. Ecco perché si dice che si canta con tutto il corpo.
A differenza della cassa di risonanza degli strumenti musicali, la cassa di risonanza umana è costituita da ORGANI MOBILI tra cui lingua, labbra, laringe, velo del palato; a seconda della conformazione e della posizione di questi organi la voce si rinforza con armonici differenti e quindi presenta timbri diversi e accezioni diverse.
Quando si dice “dar corpo al suono” o “focalizzare il suono” “dar punta alla voce” “portare il suono nel palco”, “proiettare il suono”, tenere alta la posizione, far correre il suono si intende proprio l’amplificazione naturale del suono.
E quando si dice che il suono è ingolato, nasale, indietro ci si riferisce ad un particolare o scorretto utilizzo di questi armonici.
La voce, intesa come prodotto della vibrazione delle corde vocali assume un TIMBRO, un COLORE nel momento in cui viene fatta risuonare e viene rinforzata attraverso le cavità di risonanza che ne amplificano l’intensità e gli armonici.
Cosa sono fisicamente le cavità di risonanza?
Sono degli SPAZI che contengono ARIA. Sono le particelle d’aria contenute negli spazi che vengono investite dall’onda sonora e risuonano, cioè, vibrano producendo un suono composto da una banda di frequenze (che sono le armoniche) che arricchiscono il suono. L’aria risuona a seconda della POSIZIONE (atteggiamento), CONFORMAZIONE (struttura anatomica) della cavità al momento della emissione della voce. E’ l’aria che risuona, non le cavità.
Come si chiamano anche le cavità di risonanza?
Le cavità di risonanza sono anche dette TUBO AGGIUNTO poiché amplificano il suono secondariamente all’emissione, oppure sono chiamate CAVITA’ SOPRAGLOTTICHE poiché sono poste al di sopra della glottide.
VOCE DI PETTO (emissione di note gravi): In ogni caso le cavità di risonanza sono poste SEMPRE tra la sorgente sonora e l’ambiente.
NON sono risuonatori gli organi del torace (petto, polmoni) poiché non amplificano il suono emesso, al limite vibrano insieme ad esso, consuonano. (fenomeni vibratori muscolari).
Il altre parole il petto non risuona ma consuona ed è errato considerare la voce di petto come una caratteristica timbrica, come un registro.
CANTO IN MASCHERA: Non sono risuonatori ma consonatori gli organi dello scheletro facciale (tipo seni paranasali). In questo caso il cantante fa riferimento alla vibrazione emessa dallo scheletro facciale nel momento dell’emissione vocale. Lo scheletro facciale consuona con la voce, ma non risuona amplificando la voce.
VOCE DI TESTA (emissioni di note acute): in questo caso le sensazioni vibratorie sono avvertite nel cranio e nel massiccio facciale per vibrazione delle strutture anatomiche presenti in queste sedi.
La conformazione dei risuonatori è variabile da individuo a individuo però, in generale, un cantante che affronta le note con UN VISO LARGO, CON AMPIA COMPONENTE ZIGOMATICA (SORRISO) è segnale di BUONA AMPIEZZA DELLE CAVITA’ DI RISONANZA, DELLA MASCHERA il che coincide con una buona propagazione della voce in quelle cavità, che fungono da megafono e amplificano la voce, arricchendola.
La capacità di dosare i risuonatori della nostra cassa armonica naturale prevede che, innanzitutto, la voce abbia un CORPO, uno SPESSORE, una AMPIEZZA DI CAVITA’ (la base dell’uovo), che dà alla voce pienezza e rotondità e al tempo stesso la voce deve avere una PUNTA, una DIREZIONE, una PROIEZIONE, che conferisce BRILLANTEZZA E FOCALITA’ al suono (la punta dell’uovo).
I DIFETTI NELLA COSTRUZIONE DELL’UOVO si manifestano nel momento in cui il cantante ha un suono INGOLATO, caratterizzato da un arretramento della base della lingua, difetto di chi cerca di scurire la propria voce con artefizio; altro difetto si innesca quando si mette troppo in tensione la base della lingua e la faringe, ingolando il suono. A volte capita di nasalizzare troppo il suono per cercare di immascherare maggiormente la propria voce.
Da “Risonanze, ovvero La costruzione dell’uovo” di Franco Fussi