La voce in maschera
Il suono nel canto moderno e’ ottenuto con la “voce in maschera”!
Hanno un bel dire i docenti di canto moderno con impostazione classica….
E nella voce in maschera il suono va indirizzato in avanti, con una lingua alta, quasi fosse una rampa di lancio J, che proietta la voce verso i denti superiori, verso i molari superiori, verso il punto più alto del palato duro, verso l'alto, verso il ponte nasale, tra gli occhi, sopra gli incisivi, sulla cupola del cranio e persino oltre la bocca…
Questa e’ la tecnica della proiezione del suono in maschera, che permette una vocalità alta, leggera, brillante, penetrante ed immediata, con una maggiore risonanza e rende la voce maggiormente udibile e flessibile.
Tale tecnica dà l’illusione che il suono sia prodotto distante dalla gola.
Cio’ che succede in realtà e’ che il suono viene proiettato avanti e in alto, sul palato duro, venendo dunque amplificato in una specifica zona del volto.
Se rifletti, il suono generato dalle corde vocali, non e’ nient’altro che una “pernacchietta”.
Poi iI vortice delle correnti d'aria prodotte si muove grazie alla legge fisica di propagazione sferica dell’onda e dunque del suono.
Sulla base della direzione che prende l’onda sonora in uscita,
e in relazione alla caverna di risonanze che l’aria attraversa,
il risultato che si ha e’ il tuo particolare e unico TIMBRO VOCALE.
Il suono in maschera rende chiaro e brillante il tuo timbro vocale.
Mettendo la voce in maschera andiamo a dirigere l’onda sonora verso le ossa del cranio che diventano la nostra cassa armonica, l'unica che abbiamo, dato che nella gola non esiste.
Il tessuto di cui sono composte le corde vocali e la zona circostante ad esse non e’ di natura “risonanziale”.
Tocca a noi proiettare il suono nella cassa armonica piu’ interessante, con la corretta spinta e tenuta dei muscoli addominali, lombari e dorsali e con la corretta respirazione.
Dunque, non dimentichiamo che alla base di tutto sta il nostro corpo, la corretta tecnica respiratoria ed il corretto sostegno dei muscoli.
Nelle voci verticalizzate o classicheggianti o liricheggianti, il suono è arricchito dagli armonici gravi che colorano di scuro la voce, ma la “zavorrano” nelle note medio-alte rendendola pesante, scura, priva di brillantezza, di metallo, di squillo… tutti elementi fondamentali, questi ultimi, per costruire un suono moderno.
Di pari passo con la tecnica della voce in maschera, viaggia il concetto dello “squillo”, il quale rende la voce ancor più penetrante e metallica, soprattutto nelle note acute.
Se nel canto moderno il suono e’ in maschera…
Nel canto pop o rock il suono e’ in maschera con squillo!!!
I rischi che comporta l’utilizzo di una voce in maschera!
1) Dal momento che il suono in maschera risulta proiettato in avanti e in alto, puo’ capitare che la laringe si innalzi troppo e venga anch’essa rivolta verso l’alto, portandosi dietro i muscoli laringei che si contraggono anch’essi.
Ciò comporta disagio e tensioni nell’emissione del suono!
Ciò comporta disagio e tensioni nell’emissione del suono!
Ed ecco che ci torna utile, qui sì, la vecchia impostazione verticalizzata del suono.
Prima di insegnare il suono in maschera (twang), un insegnante di canto deve insegnare a “far girare correttamente la voce”, a liberare il collo da tensioni aggiunte (risata laringea), e a pensare al suono che si crea “dietro”, sul palato molle che risulta rilassato.
Una volta acquisito perfettamente questo tipo di impostazione vocale (belcanto? ebbene sì), con laringe e mandibola slegate e rilassate, solo allora si può cominciare a parlare di twang.
A questo punto e’ necessario vigilare sul corretto comportamento della zona laringea, mano a mano che tentiamo di far risalire il suono sul palato duro!
E’ come se il volto si dividesse in due zone, slegate tra loro.
La zona mandibolare e la zona mascellare, le quali non devono essere interdipendenti tra loro, ma libere di agire in antagonismo, una sorride e l’altra si rilassa e cade verso il basso.
2) Un altro rischio dell’utilizzo del suono in maschera può essere l’esasperazione del suono nasale, ovvero l’esagerata proiezione del suono in maschera, con lingua troppo elevata sul palato duro e suono troppo nasalizzato!
In questo caso e’ necessario ascoltarsi, esercitarsi alleggerendo la compressione dell’aria verso la zona nasale.
L’equilibrio perfetto del canto e’ l’integrazione tra la “punta” e la “maschera”, tra la “profondità” e la “flessibilità”, tra voce “chiara e brillante” e la “voce “scura”, tra il “suono orizzontale” e il “suono verticale”.
L’equilibrio, l’integrazione tra le due tecniche e la scelta consapevole risultano essere sempre la strada migliore da intraprendere.
Se si possiede una solida tecnica vocale, la scelta sarà secondaria alle caratteristiche del repertorio da cantare (neomelodico, pop, rap, classico, rock).
Occorre bilanciare la tecnica e attuare delle scelte intelligenti in modo da rendere al meglio il brano, senza ergere palizzate nei confronti di una o dell’altra tecnica.
Verticalizzeremo un pezzo neomelodico, metteremo in maschera un pezzo pop!
E’ necessario bilanciare, e’ indispensabile NON GRIDARE.
Io credo che rendere assoluta una posizione nel canto, creando antipatiche correnti di pensiero, significhi implicitamente commettere un errore.
Le diverse tecniche di canto vanno conosciute, misurate, alleggerite dalle estremizzazioni ed utilizzate nei principi corretti di cui sono sicuramente in parte portatrici.
La tecnica di proiezione in maschera del suono (suono orizzontale) può essere mal interpretata emettendo fastidiose nasalizzazioni o suoni troppo aperti e infantili.
La tecnica del belcanto (suono verticalizzato) può essere estremizzata con una eccessiva profondità vocale ed uno scurimento del suono, arrettramento del suono stesso sul palato molle ed eccessivo abbassamento laringeo.
In medio stat virtus!!!!
Alessandra ;-)
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