giovedì 27 novembre 2014

Costrizione, Retrazione e Risata Laringea

COSTRIZIONE, RETRAZIONE E RISATA LARINGEA










Accanto alle corde vocali vere ci sono le corde false.
Quest’ultime sono in posizione neutra quando si trovano nella loro posizione naturale, leggermente sopra e di fianco alle corde vere.
Solo così le corde vocali vere possono vibrare liberamente.
Capita però che involontariamente le corde false si stringano o costringano su quelle vere, in caso di pericolo, angoscia, ansia, tosse o quando dobbiamo fare uno sforzo fisico o quando parliamo o cantiamo con la cosiddetta aria residua nei polmoni.
In tutti questi casi il nostro cervello riconosce la condizione di pericolo, di allarme per il nostro copro e per poter sopravvivere innesca il riflesso di costrizione delle corde false sulle vere. Le corde vocali false intervengono in maniera istintiva non controllata, sono un riflesso a un meccanismo di difesa che salvaguarda i polmoni da tutto ciò che entra e che esce, comprese le emozioni.
Dunque una funzione naturale della laringe fa sì che le corde vocali false coprano parzialmente o completamente le corde vere, e questa nel canto è detta COSTRIZIONE DELLE FALSE CORDE, ed è una posizione errata che può nuocere all’apparato vocale, è causa di infiammazione, bruciore, edema e in ultimo di noduli.
Quando sono troppo usate le corde false diventano ipertrofiche cioè ingrossate inficiando il lavoro delle corde vere.
Solo tenendo le corde vocali false ben aperte, retratte, le corde vere riescono a vibrare liberamente.
Nel canto il nostro cervello può riconoscere come pericolo l’ansia, una forte emozione, una pressione sottoglottica eccessiva sugli acuti o la paura stessa di affrontare quegli acuti, ed ecco che costringiamo….


LA RETRAZIONE, meccanismo contrario della costrizione, condizione necessaria per cantare.
Ci consente di aprire le corde false,  rilassare i muscoli laringei e tenerli aperte (le false corde) e rilassati (i muscoli) per tutta la durata della fonazione ogni volta che ci apprestiamo a compiere quest’atto in modo che  le corde vocali vere siano libere di vibrare.  
Quando emettiamo un suono dobbiamo essere retratti, aperti, rilassati, morbidi solo così non rischiamo di farci male, perché non c’è costrizione. 

E’ necessario imparare e mantenere questa posizione per tutta la durata della fonazione. 


LA RISATA LARINGEA 
Il modo piu' semplice per retrarre le corde false  è quello di pensare ad una risata, pensa ad esempio a quando vuoi ridere ma ti devi trattenere.
Prova a capire cosa succede nella laringe, sentirai un movimento di apertura interno esattamente contrario a quando, ad esempio, le corde false si chiudono nell'atto di compiere uno sforzo.
La prima  sensazione è quella della retrazione o come si usa dire “della gola aperta”.
La seconda sensazione, quella che senti compiendo un grosso sforzo, è quella della chiusura della gola, ovvero  della cotrizione. Sono le corde false e quelle vere che si chiudono, a mo' di tappo, per far si che l'aria renda forte il tuo torace per poterti sostenere nello sforzo.
Devi imparare a sentire questa costrizione a localizzarla con i sensi e capire che dovrai fare l'esatto contrario.
Un modo per esercitarsi….ti è mai capitato a scuola di dover ridere ma il professore sta spiegando c'è silenzio e tu non puoi farlo? ecco  ridendo in "silenzio" sentirai nel punto dove prima c'era costrizione una rilassatezza un’ apertura, tutto si basa sulle propriocezioni del proprio fisico.

Ci si può esercitare con la risata laringea su tutte le vocali e su tutte le altezza.
Questo ci permette di attuare la retrazione in modo da avere le corde false sempre aperte. 
La risata inoltre, analizzata al rallentatore durante la laringoscopia, ci dimostra che le corde vocali si aprono e si chiudono e che le corde false sono sempre retratte.
Imparare a controllare la costrizione significa saperla poi riconoscere in ogni momento ed evitarla.
E' fondamentale imparare a rilassare la gola, da subito, già dai primi vocalizzi, imparando a sentire, percepire, correggere le eventuali cattive posture del vostro corpo!


 

mercoledì 26 novembre 2014

Come si studia una canzone: quello che le donne non dicono -

COME AFFRONTARE LO STUDIO DI UNA CANZONE NUOVA:
STUDIO DI “QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO”
MATERIALE NECESSARIO
Hai il testo?
Str. //Ci fanno compagnia
//certe lettere d'amore 
//parole che restano(D1) con noi,

//e non andiamo via
//ma nascondiamo del dolore 
//che scivola, lo sentiremo(D1)  poi, 
//abbiamo troppa fantasia,
//e se diciamo una bugia 
//è una mancata verità
/che prima o poi (D3)succederà 
//cambia il vento (D3) ma noi no 
//e se ci trasformiamo(D3) un po'
//è per la voglia di piacere
a chi c'è già o potrà arrivare
//a stare con noi,

Rit./
siamo così(D3)
/
è difficile spiega(D3) re
/
certe giornate amare,
/lascia stare,
/tanto ci potrai trova re (D3) qui,
/
con le nostre notti bianche (D3)
/ma non saremo stanche,
/neanche quando
/ti diremo ancora un altro "si".

Str.//
In fretta vanno via
//delle giornate senza fine, 
//silenzi che familiarità(D1),
//e lasciano una scia
//le frasi da bambine
//che tornano, ma chi le ascolterà (D1)
//E dalle macchine per noi
//i complimenti dei playboy
//ma non li sentiamo più
/se c'è chi non (D3) ce li fa più
/
cambia il vento (D3)  ma noi no
/e se ci confondiamo un po' 
//è per la voglia di capire
/chi non riesce più a parlare
//ancora con noi.

RIT //Siamo così(D3),
/dolce mente(D3) complicate,
/
sempre più emozionate,
/delicate ,
//ma potrai trovarci
anco ra (D3) qui
/
nelle sere tempesto(D3) se
/portaci delle rose
/nuove cose
//e ti diremo ancora un altro
"si"(D3)
FINALE : /è difficile spiegare  (D3)
certe giornate amare,
/lascia stare,
/tanto ci potrai trovare qui (D3), 
/
con le nostre notti bianche (D3),
/ma non saremo stanche
/neanche quando
/ti diremo ancora un altro "si"
Se è in lingua straniera, hai la traduzione?
Conosci la pronuncia esatta delle parole straniere?
Conosci la dizione esatta delle parole italiane (accento fonico acuto o grave)? sì, l’ho cercata sul vocabolario (esempio la parola amore ha la o chiusa, idem certe, lettere…)
Hai uno spartito del brano, con le note della melodia? Sì, ho la base midi e il pianoforte del programma suona esattamente tutte le note della melodia.
Hai una base con melodia per lo studio? Sì, midi vanbasco
Hai una base senza melodia? Sì, l’ho scaricata da youtube con programma che si chiama converteryoutube e poi l’ho convertita in mp3 con programma che si chiama Cheetah
                                                             
COMPRENSIONE
Chi ha scritto la canzone? E la musica?
E chi interpreta la canzone?
In che anni è stata scritta?
Che significato ha per l’autore?
Che stile usa chi canta la canzone, quali sono le sue influenze e  la sua collocazione temporale?
Che tipo di canzone è (popolare, pop, lirica, classica, melodica, ballata, rock,…)?
Sono state date altre interpretazioni del brano da altri grandi interpreti?
E’ cantata sia al maschile che al femminile?
Canzone scritta da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone, suo chitarrista e prodotta da Celso Valli, fu cantata dalla Mannoia al Festival di Sanremo 1987, vincendo il Premio della Critica. Rimase nella Hit parade per molte settimane. La canzone apparve per la prima volta nell’album Canzoni per parlare (1988).
 Pur essendo stata concepita da un uomo, scava nell’animo femminile con una certa delicatezza e sensibilità, affrontando bene il punto di vista delle donne e il modo in cui le donne affrontano le situazioni della vita.
Apre la strada alla Mannoia per divenire perfetta interprete di brani  cantautorali concepiti per vocalità maschile.
Inteprete femminile alla quale cantautori italiani (Fossati, Vasco) affidano con fiducia le proprie canzoni.
Cantante credibile e dalle capacità interpretative rare,  può permettersi di impegnarsi con canzoni di un certo spessore.
Canzone che inizialmente doveva essere affidata a Lena Biolcati.
La Mannoia è un  contralto, con voce scura, possente, avvolgente, che trasmette forza.

Un po’ di interpretazioni del testo:
 “La canzone parla di donne che stanno aspettando l’amore.Vivono di ricordi, di vecchi amori, dell’infanzia. Cercano il senso della vita,ma non si abbattono perchè credono nella speranza. Sono donne che vogliono vivere solo d’amore aspettano la persona giusta,che sembra non arrivare mai,quella che le potrà capire e stare al loro fianco nei momenti bui. “Cambia il vento,ma noi no” ,significa che la loro speranza non morirà mai,che ci crederanno sempre, il loro desiderio non cambierà mai. Vivono per quello.
Le donne hanno vissuto anni di dolore,dicono piccole bianche bugie,e se cambiano è per attrarre di più,credono nel vero amore e passano quasi tutti gli anni della loro vita alla ricerca di questo.
Gli anni passano velocemente e da bambine si trovano già mature,diverse.”
“Questa canzone è lo specchio della condizione femminile. E’ una canzone che sembra delicata, sembra un inno alla donna. La verità è che racchiude tutta la sofferenza, tutto l’isolamento in cui le donne da sempre sono relegate. Il fatto di doversi trasformare per stare al mondo, non vestire in quel modo, non andare in quel posto perchè qualsiasi cosa ti accada, sarà sempre colpa tua. Una donna che si lamenta della fatica per lavorare e accudire la famiglia… di una giornata amara… è una rompiballe… e allora si impara a non lamentarsi più.
Pronte a dire sempre si… a sacrificarsi sempre e comunque…”
CURIOSITA’
Negli anni la Mannoia ha cambiato la frase della canzone che dice “e se ci confondiamo un po'” perché le sembrava inappropriata:
« Perché in quella frase ci vedo una ammissione di debolezza che non trovo appropriata. Sicuramente a volte saremo confuse, a tutti gli esseri umani capita, ma ci leggo come un’ammissione di una sorta di inferiorità; è come se dicessimo: “Scusate se ci siamo ribellate, ma è perché non riusciamo a comunicare più con voi” e il mio orgoglio si è ribellato. Ma, ripeto, è una sola. »
Un terzo ritornello, che compare in alcune copertine interne dei dischi dove fu pubblicato, nonché su alcuni giornali dell’epoca, non fece parte della versione edita, al suo posto ne fu ripetuto il primo: queste erano le parole inizialmente pensate: “Siamo così / anche quando non parliamo / quando ci nascondiamo o camminiamo / ma potrai trovarci ancora qui / con i nostri sentimenti e i condizionamenti / non ci senti / stiamo per gridare un altro sì”



ANALISI DEL PEZZO
Che Estensione ha la canzone  (qual è la nota più alta e qual è la nota più bassa, ci arrivi? Devi modificare la tonalità)?
Estensione DO#2 – SI3, è una canzone pensata per un contralto, non ha una grande estensione (un paio di ottave). Le note gravi sono un po’ basse (al limite anche per un contralto) ma riesco a prenderla, così non devo alzare ulteriormente gli acuti.  Se sei un soprano e non possiedi quelle note gravi, occorre alzarla di alcuni semitoni. Considera sempre che alzandola, alzerai anche gli acuti (per un soprano non dovrebbe essere un problema poiché la tessitura di un soprano arriva fino al FA4).
Che tipo di Struttura ha la canzone (strofa, rit, ponte, special, ….) Si veda testo
Segna i respiri con:  // respiro normale e    /respiro rubato e veloce Si veda testo
Segna i registri da utilizzare
(verde: voce di petto; giallo/arancio: voce mista;
rosso singolo: voce di testa pura o soffiata o voce di testa con twang) Si veda testo
Segna le parti difficili e numerale e studia con l’insegnante il giusto approccio per superare le difficoltà.
Le grandi difficoltà della canzone sono principalmente 2:
D1:Le note gravi, tipiche del registro di contralto.
D3:I veloci passaggi da note gravi a note acute.

Vediamo le difficoltà nello specifico:

D1: la parola “RESTANO” ha le note più gravi in assoluto della canzone.
In particolare “STA” è un DO#2
Se non ti riesce la nota prova ad alzare la tonalità di un semitono, andando sul RE2, e via dicendo di semitono in semitono, occhio però alle note acute, che si alzano anch’esse.
Oppure:
Pronuncia la parola emettendo un suono soffiato, che a livello interpretativo potrebbe catturare e far bypassare l’assenza di sonorità della voce come fosse un quasi parlato.
Se sai di possedere bene la nota, appoggia bene sui muscoli espiratori (addominali, dorsali, ecc) ed emetti la nota.
Canta il passaggio sul pianoforte o rallentando la musica.
Usa la componente del twang, voce con squillo, come se fosse un clacson, proiettandola in avanti.
Se non ti è possibile alzare la tonalità o non cantare la canzone, usa la tecnica dell’affondo (solo per questa nota), affondando la laringe ed emettendo la nota. (vedi tecnica d’affondo).

D3: Fare attenzione ai passaggi alle note più acute, in particolare al passaggio tra il “siamo” che è in voce comoda e il “così” che si alza improvvisamente. (LA3DIESIS).
Alleggerire la nota, non spingerla troppo, non gridarla, trovare la giusta area di risonanza che dia alla nota corposità (con il twang), ma che non risulti ingolata, alzare bene il palato molle.
La nota passa in voce mista.
Non trattenerla in gola, ma lasciare che nelle prime prove, si affievolisca , diventi un suono piccolo, quindi più semplice da dirigere verso la giusta area di risonanza (voce di passaggio, indirizzata verso il palato molle, ma proiettata in avanti).
Scurire la voce negli acuti, dando punta al suono e contemporaneamente allungando il tratto vocale di bocca e labbra, per evitare il contrasto tra i bassi ricchi e corposi e gli acuti più deboli.

STUDIO DEL PEZZO
Leggi il testo a voce alta, impara le parole a memoria, la pronuncia, capisci  il senso, l’intenzione delle parole, le pause.
Fai TUA la canzone.
Canta il brano con humming (mmmmmm….), con mam, mom,  per memorizzare la melodia.
Comincia a cantare il brano lentamente, scandendo tempo e parole e prendeno i fiati giusti sin dall’inizio.
Usa il metronomo, o usa quei programmi per pc (best practice o vanbasco) che rallentano il brano. Non avere fretta, memorizzala per gradi, ma memorizzala bene!!! OK!

INTERPRETAZIONE DEL PEZZO
Studia lo stile con cui è cantata, gli accorgimenti vocali usati (pianto, rock, graffiato, soffiato…) Nelle note gravi, tono intimo e delicato a volte dimessoè per la voglia di piacere, a chi c'è già o potrà arrivare,” a volte triste e a volte arrabbiato: “lacia stare”, ma mai gridato.
Cosa significa per te la canzone, studia uno stile tuo personale di cantarla.
E’ una canzone melodica, intima, profonda.
Va vissuta mentre la si canta, riflettendo su ogni singola parola emessa.
C’è dell’amaro in alcune parole, in altre emerge la natura della donna che sa soffrire dentro “ma nascondiamo del dolore”, ma mostrarti sempre una grande forza “ma non saremo stanche, /neanche quando/ti diremo ancora un altro "si"”.
In altre ancora emerge la difficoltà della donna a farsi capire dal proprio uomo, così diverso e a volte così lontano :”/è difficile spiegare  (D3) certe giornate amar,” e la rassegnazione che ne segue:”lascia stare
E poi, quello che secondo me è il cuore del brano, che traduce bene l’essenza delle donne: Siamo così,
/dolce mente complicate, /sempre più emozionate,
/delicate”

Davanti allo specchio trova la giusta postura del corpo, la mimica facciale e la gestualità del corpo.
Una postura vocale ferma e fiera,  proiezione vocale per consentire giusta concentrazione trasporto, gestualità del corpo non eccessiva che accompagna il significato delle parole, espressività del volto che accompagna il senso del testo, con sguardo profondo e ben proiettato davanti. Tensione del viso e profondità dello sguardo nello scandire parole particolarmente intrise di sofferenza.





lunedì 24 novembre 2014

La ricetta per cantare la tua canzone

1- INGREDIENTI CHE NON POSSONO MANCARE:

a)  TIENI RILASSATE MANDIBOLA E LABBRA

b)  RESPIRA CORRETTAMENTE, APPOGGIA E SOSTIENI IL SUONO

c)    RISPETTA I PASSAGGI - non gridare



2_SCEGLI UNA MODALITA’ VOCALE

a)  SUONO VERTICALIZZATO

b)  SUONO APERTO E SQUILLANTE



3 SCEGLI IL TIMBRO CON CUI CANTARE IL BRANO

a)  CHIARO E SOTTILE


b)  SCURO E CORPOSO


c) APERTO E BRILLANTE


RICORDA CHE PUOI MODIFICARE:

c)  LA FORMA DELL’IMBUTO ARIEPIGLOTTICO (TWANG?)

d)  LA POSIZIONE DELLE LARINGE (ALTA, BASSA, NEUTRA, BASCULATA, INCLINATA)

e)  LA FORMA DELLA BOCCA E DELLE LABBRA

f)    LA POSIZIONE DEL PALATO MOLLE, DEL PALATO DURO E DEL VELO PALATINO

g)  L’APERTURA E LA CHIUSURA DELLE CAVITA’ NASALI

AD OGNI FORMA DEL TRATTO VOCALE CORRISPONDE UN TIMBRO VOCALE DIFFERENTE.

4_OPZIONALE: SE VUOI AGGIUNGI UN EFFETTO

a) distorsione

b) voce con aria

c) vibrato

d) ABBELLIMENTI

e) break vocali

f)  grida

g) creak e creaking

h) rattle

i)    growl

j)  grunt


5_AGGIUNGI FIDUCIA IN TE STESSO, PERSONALITA’, EMOZIONE E INTERPRETAZIONE

E  LA RICETTA E’ COMPLETA!!

sabato 22 novembre 2014

Video da non perdere!!!


A rettifica di quanto scritto sotto, vi comunico che l'interpretazione di Hello in splendida voce di testa probabilmente non e' di Adele... 
E' interessante, comunque, comprendere che uno stesso brano può essere "vestito" in modo differente a seconda delle peculiarità vocali dell'artista che lo interpreta... con splendidi risultati!



Adele canta il suo ultimo successo!
E come lo canta? 
Ci offre due versioni dello stesso pezzo:
Quella che trovate qua sotto  e' la versione "in voce di testa", "calda", "raccolta", "soave"


mercoledì 19 novembre 2014

Come si studia una canzone

COME AFFRONTARE LO STUDIO DI UNA CANZONE NUOVA

MATERIALE NECESSARIO
Hai il testo?
Se è in lingua straniera, hai la traduzione?
Conosci la pronuncia esatta delle parole straniere?
Conosci la dizione esatta delle parole italiane (accento fonico acuto o grave)?
Hai uno spartito del brano, con le note della melodia?
Hai una base con melodia per lo studio?
Hai una base senza melodia?
                                                             
COMPRENSIONE
Chi ha scritto la canzone? E la musica?
E chi interpreta la canzone?
In che anni è stata scritta?
Che significato ha per l’autore?
Che stile usa chi canta la canzone, quali sono le sue influenze e  la sua collocazione temporale?
Che tipo di canzone è (popolare, pop, lirica, classica, melodica, ballata, rock,…)?
Sono state date altre interpretazioni del brano da altri grandi interpreti?
E’ cantata sia al maschile che al femminile?

ANALISI DEL PEZZO
Che Estensione ha la canzone  (qual è la nota più alta e qual è la nota più bassa, ci arrivi? Devi modificare la tonalità)?
Che tipo di Struttura ha la canzone (strofa, rit, ponte, special, ….)
Segna i respiri con:  // respiro normale e    /respiro rubato e veloce
Segna i registri da utilizzare
(verde: voce di petto; giallo/arancio: voce mista;
rosso singolo: voce di testa pura o soffiata,  rosso doppio: voce di testa con twang)
Segna le parti difficili e numerale e studia con l’insegnante il giusto approccio per superare le difficoltà.
STUDIO DEL PEZZO
Leggi il testo a voce alta, impara le parole a memoria, la pronuncia, capisci  il senso, l’intenzione delle parole, le pause. Fai tua la canzone.
Canta il brano con humming (mmmmmm….) per memorizzare la melodia.
Comincia a cantare il brano lentamente, scandendo tempo e parole e fiati.
Usa il metronomo, o usa quei programmi per pc (best practice o vanbasco) che rallentano il brano. Non avere fretta, memoriazzala per gradi, ma memorizzala bene!!!

INTERPRETAZIONE DEL PEZZO
Studia lo stile con cui è cantata, gli accorgimenti vocali usati (pianto, rock, graffiato, soffiato…)
Cosa significa per te la canzone, studia uno stile tuo personale di cantarla.
Davanti allo specchio trova la giusta postura del corpo, la mimica facciale e la gestualità del corpo.




E per chi avesse ancora voglia di leggere....

COME SI STUDIA UN BRANO
·       Scegli una canzone adatta alle tue capacità tecniche; se sei all’inizio del tuo percorso canoro scegli una canzone che riesci a cantare facilmente e naturalmente, una canzone che non abbia grossissime difficoltà come note troppo acute o troppo gravi. Scegli una canzone che ti piaccia e che ti faccia emozionare.
·       Trova lo spartito originale con il testo scritto sotto le note. Se la canzone è in inglese trova spartito e traduzione.
·       Ricerca e scopri il più possibile della canzone: la storia che racconta, lo spettacolo da cui è tratta, l’autore che l’ha scritta, le motivazioni per cui è nata. Ascolta le versioni della canzone interpretate da diversi artisti, cerca versioni femminili e maschili.
·       Conosci bene il testo ed imparalo a memoria come se fosse una poesia.
·       E’ indispensabile impararlo a memoria e recitarlo, interpretandolo. Studialo con la giusta metrica, giusta pronuncia e giusta dizione.
·       Ascolta il pezzo cantato o  ascolta solo la base strumentale con la linea melodica.
·       Studia la melodia come una successione di intervalli ed assicurati che ogni passaggio sia pulito e sicuro.
·       Canta gli intervalli con dei suoni neutri (non parole) che si formano sulla fronte del viso come DUU e VAA.
·       Mentre studi, fai attenzione alla posizione del corpo, del tratto vocale, delle labbra, della lingua, del palato molle e concentrati sulla giusta modalità di respirazione.
·       SOLO QUANDO HAI IMPARATO PERFETTAMENTE LA MELODIA ED IL TESTO E’ MEMORIZZATO: inizia a cantare il pezzo. Fai attenzione che da questo momento la memoria muscolare inizierà a registrare tutto ciò che fai.  Allenati su una base  musicale senza voce guida o con uno strumento d’accompagnamento
·       Presta particolare attenzione ai passaggi difficili dove le note si avvicinano ai tuoi limiti di estensione e cerca di affrontare ogni nota con serenità. Canta comodamente senza urlare.
·       Mantieni l’orecchio in guardia ed attento mentre impari il pezzo. Cerca di ottenere un suono risonante e gradevole (per il pubblico) su ogni nota.




PERCHE’ QUESTO METODO e QUANDO?
Questo metodo funziona SEMPRE e andrebbe utilizzato per imparare ogni nuovo pezzo. Soprattutto va usato quando si vuole studiare canto (piuttosto che una canzone). Per studiare canto è necessario partire da pezzi che non si sono mai né cantati né ascoltati prima.
L’idea di partire con brani assolutamente nuovi è valida perchè in questo modo possiamo affrontare lo studio isolando ogni elemento dell’apprendimento. Quando si tenta di imitare un’interpretazione senza conoscere bene la tecnica vocale, si finisce per arrivare ad una versione simile a quella ascoltata attraverso stratagemmi non sempre salutari. Il cervello ha una capacità enorme di imitare quello che percepisce, ma spesso quello che si ascolta si può riprodurre attraverso scorciatoie e stratagemmi che funzionano solo apparentemente. Infatti, non solo quello che noi udiamo non coincide con quello che sentono gli altri, dato che in parte noi ci ascoltiamo dall’interno attraverso le ossa e le cavità della testa, ma per riprodurre un suono che assomigli all’originale è troppo facile cedere ad utilizzare contratture e sforzi su parti dello “strumento vocale”.
Vogliamo quindi dire che non potremo mai cantare bene una canzone se l’abbiamo sentita decine di volte alla radio? No, potremo cantare qualunque cosa, conosciuta o sconosciuta, una volta che avremo imparato a cantare con una giusta tecnica, ma dovremo prima avere svolto un lavoro lungo (ma molto gratificante e duraturo) per acquisire gli strumenti che ci consentano di cantare secondo alcune regole d’oro. Queste
regole devono essere SEMPRE usate come elemento di valutazione di come ci stiamo esercitando

CONSIGLI

LE REGOLE D’ORO PER DIVENTARE UN CANTANTE
Se quindi vogliamo imparare a cantare come professionisti ed acquisire l’abilità di andare in scena 8 volte alla settimana per lunghi periodi, ecco spiegato il perché di questo metodo:
1 Senza lo spartito, non puoi sapere esattamente cosa volesse il compositore (piuttosto che gli interpreti che hanno già cantato il pezzo). Inoltre, senza spartito spesso si “indovina” la nota che si pensa faccia parte della melodia. Sulle note che stanno al limite dell’estensione di molti cantanti esistono delle incertezze che ci fanno male interpretare cosa cantare. A volte un interprete omette o aggiunge note, pause, abbellimenti e variazioni allo spartito per sua scelta. Insomma, senza lo spartito originale stiamo approssimando una copia dell’interpretazione di un’altro e non daremo mai al pezzo la nostra personalità e sensibilità artistica.
2 Se non conosci la storia legata al pezzo dovrai inventarne una completamente nuova per dare un significato al testo. Oltre a non essere il metodo più corretto, l’autore aveva sicuramente un’idea più completa e precisa della sua opera di quanta potresti averne tu.
3 Se le parole rappresentano ancora un’incertezza, il cervello non può concentrarsi interamente sulla melodia, ritmo, interpretazione. Una volta che il testo non rappresenta più un ostacolo, anche se dovessi dimenticarti un parola per sbaglio nel mezzo di una rappresentazione, riuscirai comunque a portare avanti il testo senza bloccarti.
4 Se non hai memorizzato dove respirare, probabilmente ti ritroverai senza aria nel momento sbagliato  della frase e dovrai spostare l’attenzione per calcolare un nuovo punto dove respirare senza interrompere il testo o il significato di una frase.
Attenzione a non farti trasportare dall’emozione e dimenticare dove hai deciso di respirare. Per questo ci vuole molta pratica affinché tutto sia affidato alla memoria automatica.
5 Controllare la giusta dizione per parole che sono incerte ti farà ricordare immediatamente come formare il suono di una vocale. Se ogni suono è associato ad un simbolo, il cervello e la memoria avranno un lavoro semplificato. Probabilmente all’inizio ci vorrà un po’ di tempo per imparare un brano, ma una volta memorizzato in questo modo ogni suono verrà prodotto con la migliore Risonanza e qualità senza nemmeno più pensarci.
6 Se sei costretto ad elaborare troppe informazioni tutte insieme, sicuramente ti sfuggirà qualcosa. Il cervello impara meglio una sola cosa alla volta quando si mischiano diverse azioni e sensazioni. Se la melodia è perfettamente memorizzata, l’aggiunta del testo implica un piccolo passo in avanti che non richiede grandi sforzi e tutta la concentrazione potrà essere dedicata alla purezza del suono ed in seguito all’interpretazione.
7 Se studi ogni intervallo singolarmente hai più probabilità di non “inventare” quello che non è scritto sullo spartito, consolerai meglio la memoria muscolare di ogni nota e non ti perderai nella melodia.
E’ come leggere una parola per volta piuttosto che una frase per intero quando cerchi gli errori di ortografia.
8 Duu e Vaa sono suoni neutri che si formano nella parte anteriore del viso dove la risonanza è più  facile da sentire e produrre. Ricorda che sebbene il suono sia prodotto in parte dalla corde vocali, sono le cavità di risonanza quali bocca e naso che ne determinano il timbro, ampiezza e vibrato. Il suono finito è scolpito in bocca.
9 Se impari a cantare in una postura scorretta, la memoria muscolare ricorderà queste brutte abitudini che saranno difficili da rimuovere più avanti in scena. Studia usando una postura che garantisca il massimo spazio aperto nella testa e che si possa utilizzare anche in scena. Evita di battere il piede, dondolare sulle gambe, muovere la testa senza motivo, agitare le braccia, giocare con le dita, chiudere le braccia conserte, etc.
10 Se provi a cantare un pezzo prima che tutti questi elementi siano consolidati, gli errori che farai in questa fase saranno molto più difficili da correggere più avanti. Prova ogni passaggio critico ed ascolta bene se stai producendo il suono migliore che puoi generare.
11 Se sei terrorizzato dal cantare alcune note o se semplicemente pensi che non vengano, l’istinto sarà automaticamente quello di “chiudere” ed una sensazione di paura e di rifiuto verrà memorizzata con quella nota. Queste paure restano attaccate alle note anche quando poi il brano dovessere essere trasposto in una tonalità più comodo.
Evita di aggredire le note o di farti intimorire.
12 Se canti sempre al limite delle tue possibilità, non avrai mai spazio per espandere il suono e rischi di sbattere contro un muro. Inoltre, se canti oltre il tuo limite di sicurezza, le corde vengono sottoposte ad una fatica muscolare che con il tempo produce arrossamenti, infiammazioni, ispessimento ed altre patologie più serie quali noduli e polipi.



Dall’esperienza IdeaVoce con Rob Seible, Dr. Kimberle Moon, Julia K. Laskowski, Abby Seible - traduzione e adattamento Robert A. Rossi