giovedì 28 gennaio 2016

Occhio all'ensemble!

Un'esecuzione perfetta contempla, oltre all'intonazione e all' interpretazione, anche l'ensemble musicale ...
Amici cantanti, non pensiate che la canzone verta unicamente sulla vostra resa vocale!
Non e' necessario "gonfiare" la voce, urlare fino a sbraitare, riempire tutti i silenzi, abbellire e intervenire con melismi e virtuosismi, allungare troppo le vocali finali, vibrare troppo le note...
Siate discreti nei vostri interventi, eleganti, delicati, soavi e leggiadri...
il resto, lasciate che lo riempiano i vostri musicisti!
lasciate loro lo spazio di esibirsi con assoli interessanti sul fronte del palco, lasciate loro la possibilità di esserci e di caratterizzare il brano facendo emergere anche la loro propria personalità musicale!!


martedì 26 gennaio 2016

La bocca nel canto moderno -

La bocca nel canto moderno non deve essere troppo arrotondata, 
la lingua non deve stare bassa, appoggiata sul pavimento della bocca, 
le labbra non devono essere tondeggianti … 
questo e’ un retaggio classicheggiante!

La bocca nel canto moderno deve stare atteggiata a sorriso, 
i denti in evidenza, 
gli zigomi alti, 
gli angoli della bocca diretti verso l’esterno e verso l’alto, 
la lingua alta.


Le parole non devono mai essere sovrarticolate, 
le consonanti mai pronunciate con troppa enfasi, 
mai appesantite, 
la dizione deve essere quella corretta… 
si continua a cantare, quasi biascicando, sulle vocali!!!

Non e' vero che i cantanti virtuosi diventano insegnanti migliori!

“Non è vero che i cantanti virtuosi diventano insegnanti migliori”!
TEOREMA OPINABILE

Alcuni allievi sono arrivati a me dopo aver seguito lezioni di canto in rinomate scuole… e con rinomati cantanti professionisti, dai nomi noti e dalle capacità canore innate e illimitate.

La prima domanda che mi sono posta è stata questa: perché lasciare un corso tenuto da un cantante professionista, virtuoso e talentuoso?

La seconda domanda che mi sono posta è stata questa: perché un cantante professionista virtuoso e talentuoso ha così mal impostato questa allieva?

Allora sono arrivata ad una conclusione… assolutamente opinabile e confutabile…

L’insegnante di canto che è stato un cantante dal talento innato, virtuoso dalla nascita, un prodigio della musica … ma che NON è proprio un amante dello studio e della ricerca, uno sperimentatore, uno "scienziato" della voce, un curioso di tutti gli aspetti della tecnica vocale, un conoscitore della “fisiologia e anatomia” del tratto vocale… potrebbe non saper spiegare i meccanismi vocali da attuare per arrivare ai suoi livelli…

Diversamente

Un’insegnante di canto cresciuta gradualmente, inciampando sui propri errori, che si è misurata con una irrefrenabile voglia di sapere e conoscere, migliorata grazie solo a se stessa e alla sua personale  e passionale ricerca e sperimentazione vocale… può capire perfettamente i limiti, gli errori, i vizi dei propri allievi… e può trovare la strada o le strade giuste per correggere gli errori e superare le barriere.

E questo “teorema opinabile” a cui sono giunta lo vorrei GRIDARE, perché per anni sono stata molto intimorita dal fatto di insegnare canto moderno pur non essendo mai stata una “cantante professionista”,  e sono stata molto scoraggiata da ex-cantanti professionisti ed ora insegnanti, convinti dell’esatto contrario!!!

Eppure i continui miglioramenti dei miei allievi, i risultati ottenuti negli anni mi hanno dimostrato il contrario.
I miei allievi riescono a non gridare più, a cantare in maniera distesa e rilassata, sanno come respirare correttamente e come affrontare i bassi e gli alti, aprire la gola,  ma soprattutto i miei allievi hanno la CONSAPEVOLEZZA di quel che fanno, perché ogni meccanismo vocale gli viene spiegato, motivato, giustificato con esempi chiari e immediati.

Per insegnare non è necessario essere stati cantanti professionisti… ma servono anche altre doti:

Intanto bisogna aver percorso la strada che ti porta alla perfezione… passando dall’imperfezione, senza mai pensare di essere arrivati, ma consapevoli che tutto è perfettibile.

Innanzitutto occorre SAPER INSEGNARE ciò che si sa, inteso come saperlo spiegare e trasmettere!!!

E poi bisogna “SAPERE”, inteso come conoscere, informarsi, aggiornarsi e “SAPER ESSERE”, inteso come possedere carisma e passione.


Ora l’ho davvero capito!!!!

Non cantare il nulla... parlami di te!!!

Non cantare il nulla…. parlami di te!!!

Nella musica, la parola che stai cantando risulta vuota, spenta, arida, insignificante se dentro non ci metti la tua vita!!
Devi essere SEMPRE presente in ogni parola che pronunci;
lì,  dentro quel suono,  mettici il tuo universo interiore, la tua irrequietezza, i tuoi tormenti.
Nell’apparente banalità delle parole “sole, cuore , amore” si nasconde il pensiero dell’uomo che le ha scritte e le sue emozioni sono tutt’altro che superficiali e banali;
Ricorda: non c’e’ banalità nei sentimenti neppure in quelli espressi con parole abusate.
Sta a te rendere originale e introspettiva l’interpretazione di una canzone.
Fai in modo che quella canzone d’amore ti rappresenti!
Quando ti approcci ad interpretare un brano e’ il tuo mondo che deve emergere…
la spettacolarizazione e’ richiesta ai tuoi sentimenti,
porta in scena te stesso e non il mondo che l’autore ha voluto rappresentare!
Reinterpretra a modo tuo quella poesia e le conferirai un significato nuovo e nessuno oserà paragonarti a nessuno…
Arrivare al pubblico significa parlargli di te,  mettersi a nudo, rendersi vulnerabile.
Non e’ piu’ l’intonazione che conta!  e quando il pubblico scopre di ascoltare un’ anima,  ne rimane catturato!

Mi dispiace ma e’ vero anche il contrario… se non mostri la tua anima e ti nascondi dietro parole vuote… allora sì che dovrai dimostrare eccelse doti canore.        

La voce in maschera -

La voce in maschera

Il suono nel canto moderno e’ ottenuto con la “voce in maschera”!
Hanno un bel dire i docenti di canto moderno con impostazione classica….
E nella voce in maschera il suono va indirizzato in avanti, con una lingua alta, quasi fosse una rampa di lancio J, che proietta la voce verso i denti superiori, verso i molari superiori, verso il punto più alto del palato duro, verso l'alto, verso il ponte nasale, tra gli occhi, sopra gli incisivi, sulla cupola del cranio e persino oltre la bocca…
Questa e’ la tecnica della proiezione del suono in maschera, che permette una vocalità alta, leggera, brillante,  penetrante ed immediata, con una maggiore risonanza e rende la voce maggiormente udibile e flessibile.
Tale tecnica dà l’illusione che il suono sia prodotto distante dalla gola.
Cio’ che succede in realtà e’ che il suono viene proiettato avanti e in alto, sul palato duro, venendo dunque amplificato in una specifica zona del volto.

Se rifletti, il suono generato dalle corde vocali, non e’ nient’altro che una “pernacchietta”.
Poi iI vortice delle correnti d'aria prodotte si muove grazie alla legge fisica di propagazione sferica dell’onda e dunque del suono.
Sulla base della direzione che prende l’onda sonora in uscita,
e in relazione  alla caverna di risonanze che l’aria attraversa,
il risultato che si ha e’ il tuo particolare e unico TIMBRO VOCALE.
Il suono in maschera rende chiaro e brillante il tuo timbro vocale.

Mettendo la voce in maschera andiamo a dirigere l’onda sonora verso le ossa del cranio che diventano la nostra cassa armonica, l'unica che abbiamo, dato che nella gola non esiste.
Il tessuto di cui sono composte le corde vocali e la zona circostante ad esse non e’ di natura “risonanziale”.
Tocca a noi proiettare il suono nella cassa armonica piu’ interessante, con la corretta spinta e tenuta dei muscoli addominali, lombari e dorsali e con la corretta respirazione.
Dunque, non dimentichiamo che alla base di tutto sta il nostro corpo, la corretta tecnica respiratoria ed il corretto sostegno dei muscoli.


Nelle voci verticalizzate o classicheggianti o liricheggianti, il suono è arricchito dagli armonici gravi che colorano di scuro la voce, ma la “zavorrano” nelle note medio-alte rendendola pesante, scura, priva di brillantezza, di metallo, di squillo… tutti elementi fondamentali, questi ultimi, per costruire un suono moderno.

Di pari passo con la tecnica della voce in maschera, viaggia il concetto dello “squillo”, il quale rende la voce ancor più penetrante e metallica, soprattutto nelle note acute.
Se nel canto moderno il suono e’ in maschera…
Nel canto pop o rock il suono e’ in maschera con squillo!!!

I rischi che comporta l’utilizzo di una voce in maschera!
1) Dal momento che il suono in maschera risulta proiettato in avanti e in alto, puo’ capitare che la laringe si innalzi troppo e venga anch’essa rivolta verso l’alto, portandosi dietro i muscoli laringei che si contraggono anch’essi. 
Ciò comporta disagio e tensioni nell’emissione del suono!
Ed ecco che ci torna utile, qui sì, la vecchia impostazione verticalizzata del suono.
Prima di insegnare il suono in maschera (twang), un insegnante di canto deve insegnare a “far girare correttamente la voce”, a liberare il collo da tensioni aggiunte (risata laringea), e a pensare al suono che si crea “dietro”, sul palato molle che risulta rilassato.
Una volta acquisito perfettamente questo tipo di impostazione vocale (belcanto? ebbene sì), con laringe e mandibola slegate e rilassate,  solo allora si può cominciare a parlare di twang.
A questo punto e’ necessario vigilare sul corretto comportamento della zona laringea, mano a mano che tentiamo di far risalire il suono sul palato duro!
E’ come se il volto si dividesse in due zone, slegate tra loro.
La zona mandibolare e la zona mascellare, le quali non devono essere interdipendenti tra loro, ma libere di agire in antagonismo, una sorride e l’altra si rilassa e cade verso il basso.

2) Un altro rischio dell’utilizzo del suono in maschera può essere l’esasperazione del suono nasale, ovvero l’esagerata proiezione del suono in maschera, con lingua troppo elevata sul palato duro e suono troppo nasalizzato!
In questo caso e’ necessario ascoltarsi, esercitarsi alleggerendo la compressione dell’aria verso la zona nasale.

L’equilibrio perfetto del canto e’ l’integrazione tra la “punta” e la “maschera”, tra la “profondità” e la “flessibilità”, tra voce “chiara e brillante” e la “voce “scura”, tra il “suono orizzontale” e il “suono verticale”.
L’equilibrio,  l’integrazione tra le due tecniche e la scelta consapevole  risultano essere sempre la strada migliore da intraprendere.
Se si possiede una solida tecnica vocale, la scelta sarà secondaria alle caratteristiche del repertorio da cantare (neomelodico, pop, rap, classico, rock).

Occorre bilanciare la tecnica e attuare delle scelte intelligenti in modo da rendere al meglio il brano, senza ergere palizzate nei confronti di una o dell’altra tecnica.
Verticalizzeremo un pezzo neomelodico, metteremo in maschera un pezzo pop!

E’ necessario bilanciare, e’ indispensabile NON GRIDARE.
Io credo che rendere assoluta una posizione nel canto, creando antipatiche correnti di pensiero, significhi implicitamente commettere un errore.
Le diverse tecniche di canto vanno conosciute, misurate, alleggerite dalle estremizzazioni ed utilizzate nei principi corretti di cui sono sicuramente in parte portatrici.
La tecnica di proiezione in maschera del suono (suono orizzontale) può essere mal interpretata emettendo fastidiose nasalizzazioni o suoni troppo aperti e infantili.
La tecnica del belcanto (suono verticalizzato) può essere estremizzata con una eccessiva profondità vocale ed uno scurimento del suono, arrettramento del suono stesso sul palato molle ed eccessivo abbassamento laringeo.

In medio stat virtus!!!!

Alessandra ;-)



La voce in maschera

La voce in maschera

Il suono nel canto moderno e’ ottenuto con la “voce in maschera”!
Hanno un bel dire i docenti di canto moderno con impostazione classica….
E nella voce in maschera il suono va indirizzato in avanti, con una lingua alta, quasi fosse una rampa di lancio J, che proietta la voce verso i denti superiori, verso i molari superiori, verso il punto più alto del palato duro, verso l'alto, verso il ponte nasale, tra gli occhi, sopra gli incisivi, sulla cupola del cranio e persino oltre la bocca…
Questa e’ la tecnica della proiezione del suono in maschera, che permette una vocalità alta, leggera, brillante,  penetrante ed immediata, con una maggiore risonanza e rende la voce maggiormente udibile e flessibile.
Tale tecnica dà l’illusione che il suono sia prodotto distante dalla gola.
Cio’ che succede in realtà e’ che il suono viene proiettato avanti e in alto, sul palato duro, venendo dunque amplificato in una specifica zona del volto.

Se rifletti, il suono generato dalle corde vocali, non e’ nient’altro che una “pernacchietta”.
Poi iI vortice delle correnti d'aria prodotte si muove grazie alla legge fisica di propagazione sferica dell’onda e dunque del suono.
Sulla base della direzione che prende l’onda sonora in uscita,
e in relazione  alla caverna di risonanze che l’aria attraversa,
il risultato che si ha e’ il tuo particolare e unico TIMBRO VOCALE.
Il suono in maschera rende chiaro e brillante il tuo timbro vocale.

Mettendo la voce in maschera andiamo a dirigere l’onda sonora verso le ossa del cranio che diventano la nostra cassa armonica, l'unica che abbiamo, dato che nella gola non esiste.
Il tessuto di cui sono composte le corde vocali e la zona circostante ad esse non e’ di natura “risonanziale”.
Tocca a noi proiettare il suono nella cassa armonica piu’ interessante, con la corretta spinta e tenuta dei muscoli addominali, lombari e dorsali e con la corretta respirazione.
Dunque, non dimentichiamo che alla base di tutto sta il nostro corpo, la corretta tecnica respiratoria ed il corretto sostegno dei muscoli.

Hanno un bel contraddire gli insegnanti di canto moderno, con stampo lirico!

Nelle voci verticalizzate o classicheggianti o liricheggianti, il suono è arricchito dagli armonici gravi che colorano di scuro la voce, ma la “zavorrano” nelle note medio-alte rendendola pesante, lontana, classicheggiante, troppo spesso o troppo filiforme, priva di brillantezza, di metallo, di squillo… tutti elementi fondamentali, questi ultimi, per costruire un suono moderno.

Di pari passo con la tecnica della voce in maschera, viaggia il concetto dello “squillo”, il quale rende la voce ancor più penetrante e metallica, soprattutto nelle note acute.
Se nel canto moderno il suono e’ in maschera…
Nel canto pop o rock il suono e’ in maschera con squillo!!!

I rischi che comporta l’utilizzo di una voce in maschera!
1) Dal momento che il suono in maschera risulta proiettato in avanti e in alto, puo’ capitare che la laringe si innalzi troppo e venga anch’essa rivolta verso l’alto, portandosi dietro i muscoli laringei che si contraggono anch’essi. Ciò comporta disagio e tensioni nell’emissione del suono!
Ed ecco che ci torna utile, qui sì, la vecchia impostazione verticalizzata del suono.
Prima di insegnare il suono in maschera (twang), un insegnante di canto deve insegnare a “far girare correttamente la voce”, a liberare il collo da tensioni aggiunte (risata laringea), e a pensare al suono che si crea “dietro”, sul palato molle che risulta rilassato.
Una volta acquisito perfettamente questo tipo di impostazione vocale (belcanto? ebbene sì), con laringe e mandibola slegate e rilassate,  solo allora si può cominciare a parlare di twang.
A questo punto e’ necessario vigilare sul corretto comportamento della zona laringea, mano a mano che tentiamo di far risalire il suono sul palato duro!
E’ come se il volto si dividesse in due zone, slegate tra loro.
La zona mandibolare e la zona mascellare, le quali non devono essere interdipendenti tra loro, ma libere di agire in antagonismo, una sorride e l’altra si rilassa e cade verso il basso.

2) Un altro rischio dell’utilizzo del suono in maschera può essere l’esasperazione del suono nasale, ovvero l’esagerata proiezione del suono in maschera, con lingua troppo elevata sul palato duro e suono troppo nasalizzato!
In questo caso e’ necessario ascoltarsi, esercitarsi alleggerendo la compressione dell’aria verso la zona nasale.

L’equilibrio perfetto del canto e’ l’integrazione tra la “punta” e la “maschera”, tra la “profondità” e la “flessibilità”, tra voce “chiara e brillante” e la “voce “scura”, tra il “suono orizzontale” e il “suono verticale”.
L’equilibrio,  l’integrazione tra le due tecniche e la scelta consapevole  risultano essere sempre la strada migliore da intraprendere.
Se si possiede una solida tecnica vocale, la scelta sarà secondaria alle caratteristiche del repertorio da cantare (neomelodico, pop, rap, classico, rock).

Occorre bilanciare la tecnica e attuare delle scelte intelligenti in modo da rendere al meglio il brano, senza ergere palizzate nei confronti di una o dell’altra tecnica.
Verticalizzeremo un pezzo neomelodico, metteremo in maschera un pezzo pop!

E’ necessario bilanciare, e’ indispensabile NON GRIDARE.
Io credo che rendere assoluta una posizione nel canto, creando antipatiche correnti di pensiero, significhi implicitamente commettere un errore.
Le diverse tecniche di canto vanno conosciute, misurate, alleggerite dalle estremizzazioni ed utilizzate nei principi corretti di cui sono sicuramente in parte portatrici.
La tecnica di proiezione in maschera del suono (suono orizzontale) può essere mal interpretata emettendo fastidiose nasalizzazioni o suoni troppo aperti e infantili.
La tecnica del belcanto (suono verticalizzato) può essere estremizzate con una eccessiva profondità vocale ed uno scurimento del suono, arrettramento del suono stesso sul palato molle ed eccessivo abbassamento laringeo.

In medio stat virtus!!!!

Alessandra ;-)